Trattamento e risanamento dei calcestruzzi a vista Per anni abbiamo costrutito pensando che il cemento armato fosse quanto più di duraturo potesse esistere nel settore edilizio, questo ha comportato sia i costruttori che i progettisti a sorvolare su alcune norme di costruzione anche elementari; dopo solamente dieci anni si sono cominciati a vedere i segni del degrado. In questo modo si è imparato a confrontarsi con fenomeni chimici come la carbonatazione, con le conseguenze che questo fenomeno comporta e con le cause scatenanti; da quel momento in poi il calcestruzzo non è stato più considerato come materiale eterno ed indistruttibile, ma come sistema costruttivo che andava protetto. La durata del calcestruzzo a vista è direttamente correlata tra la qualità del manufatto e l’impatto con le condizioni atmosferiche ambientali in cui viene inserito, infatti il degrado è molto più veloce quando lo spessore del copriferro è inferiore ai 20mm, quando l’ambiente è estremamente umido o piovoso. Gli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera ed in particolare la CO2 sono in grado penetrando nel calcestruzzo di carbona tarlo per reazione chimica, trasformando un ambiente alcalino in un ambiente basico, quando il fronte della carbonatazione interessa l’intero strato del copriferro ed arriva ai ferri di armatura può reagire con ossigeno e acqua producendo ossidi idrati di ferro, la ruggine, che avendo un volume di sette volte superiore rispetto al ferro metallico creano pressioni sul calcestruzzo anche superiori alla sua resistenza a rottura. In questo momento le infiltrazioni di acqua piovana si fanno sempre più importanti, i ferri di armatura sempre più velocemente si ossidano e creano distacchi sulla parete in calcestruzzo.
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